Ci sono molti modi per scoprire le bellezze paesaggistiche del Salento: è soprattutto la sua costa a incantare maggiormente i turisti, lambita da acque eccezionalmente limpide che regalano una tavolozza di colori che spaziano dal cobalto all’azzurro fino al turchese.
Partendo da Santa Maria di Leuca, navigando sul versante ionico si possono scoprire anfratti e grotte marine spettacolari, alcune delle quali cariche di storia e leggenda.
Dalla Porcinara alla Caverna dei Giganti
Un tour in barca nelle acque a largo della costa ionica salentina non può non partire dalla famosa Grotta della Porcinara: si apre ai piedi di Punta Ristola, un promontorio che domina Santa Maria di Leuca. Questa cavità carsica ha origini preistoriche, essendo stata scavata dall’uomo e utilizzata fino ai tempi del dominio romano: all’interno, nei vari ambienti tra essi collegati, sono state rinvenute iscrizioni in greco e latino indirizzate agli dei Afrodite e Zeus e soprattutto pitture raffiguranti croci, risalenti all’epoca paleocristiana.
Altrettanto affascinate è poi la Grotta del Diavolo, accessibile via mare ma anche via terra: la si scorge a largo, con la sua apertura di ben 4 m che sembra un antro oscuro, oltre il quale la leggenda narra di suoni sinistri, boati e lamenti, figli in realtà della risacca del mare. Si racconta persino che questa grotta rappresentasse la porta dell’inferno attraversata da Telemaco in cerca del suo prode padre Ulisse: all’interno sono stati rinvenuti armi rudimentali in osso e selce del Neolitico.
Non lontano c’è la Caverna dei Giganti, dove si narra riposino i giganti Leuterni uccisi da Ercole: nella grotta sono stati scoperti resti ossei ma non di quegli essere leggendari, piuttosto di pachidermi e uomini preistorici.
Dalla Grotta del Presepe a quella del Cavallo
Costeggiando il Mar Ionio in barca si resta stupiti dalla quantità di grotte che si delineano alla vista: ecco dunque la Grotta del Presepe, caratterizzata da più ingressi e con all’interno formazioni rocciose dalle sembianze molto simili a quelle della Natività.
Si può ammirare, poi, la Grotta del Bambino, il cui nome rimanda al molare di un fanciullo di circa 10 anni, rinvenuto all’interno della grotta e risalente all’epoca neandertaliana.
La Grotta delle Tre Porte la si riconosce subito dalle tre ampie aperture che svelano un antro grandissimo, oltre il quale si apre una camera spettacolare ricca di stalagmiti e stalattiti.
Navigando più a nord si incontra poi la Grotta del Drago, la cui forma ricorda effettivamente la testa di un drago: anche all’interno c’è una strana formazione rocciosa sovrastata da una stalagmite, che a molti ricorda proprio il dente di un drago. Basta tuffarsi dalla barca e raggiungere a nuoto questa grotta, ammirando le rocce dalle sfumature diverse e i fondali cristallini.
Imperdibile infine la Grotta del Cavallo, sita nella spettacolare Baia di Uluzzo e famosa per via dei più antichi reperti legati all’Homo Sapiens in essa rinvenuti.
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