Uno dei modi più belli e affascinanti di conoscere un luogo sconosciuto dove si è scelto di andare in vacanza è quello di fare escursioni, a piedi, in bicicletta oppure a cavallo. È questa infatti la maniera per conoscere l’anima del posto, la natura più incontaminata e quella storia che sopravvive in tracce e ruderi dimenticati dalle più battute rotte turistiche.
In Salento, meravigliosa penisola pugliese abbracciata da due mari, sono molte le occasioni che permettono di esplorare il territorio, con strade secondarie, tratturi e mulattiere che attraversano località iconiche o altre meno note, espressione in egual maniera della bellezza autentica di questa assolata terra.
I sentieri più belli da percorrere in Salento
Tra le escursioni più famose da fare nella natura più selvaggia del Salento c’è quella lungo il Sentiero delle Cipolliane che, in poco più di 2,5 Km, collega il pittoresco fiordo del Ciolo, nel cuore del territorio di Gagliano del Capo e la Marina di Novaglie.
Il sentiero si snoda letteralmente a picco sul mare, abbarbicandosi sull’alta scogliera che accoglie questa baia sovrastata peraltro da un ponte alto ben 30 mt, meta dei tuffatori più coraggiosi.
Il percorso si snoda tra terrazzamenti, macchia mediterranea e muretti a secco, su mulattiere che in passato erano utilizzate dai mercanti e pescatori, con l’intento di vendere le loro merci e pescato nell’entroterra.
Il sentiero prende il nome dalle Grotte delle Cipolliane, tre cavità carsiche un tempo ricoperte dal mare, come dimostra la presenza all’interno di resti di fossili marini e di conchiglie: all’interno, dove pare trovò riparo persino Enea, sono state rinvenute anche tracce dell’Homo di Neanderthal.
Un’altra escursione consigliata da fare in Salento è quella nel “Parco Naturale Regionale Porto Selvaggio”, una delle zone più incontaminate di tutto il territorio.
Ci si ritrova infatti a camminare tra profumata macchia mediterranea e pini di Aleppo, fino a raggiungere una baia rocciosa e frastagliata, lambita da un mare freddo per via della presenza di sorgenti di acqua dolce che sgorgano appunto direttamente dai fondali sottomarini.
Alzando lo sguardo, in cima alla Rupe della Dannata dalla quale si narra si suicidò una giovane che non voleva sottostare allo ius primae noctis, ecco che svetta la Torre dell’Alto risalente al XVI secolo.
Proseguendo su un sentiero particolarmente difficile e impervio, si arriva poi alla Baia di Uluzzo, che prende il nome dalla torre di avvistamento del ‘500.
Tuffandosi in mare e nuotando nel braccio di mare antistante questa torre, si arriva alla rotta del Cavallo, i cui reperti rinvenuti all’interno legati all’Homo di Neanderthal hanno dato il nome alla civiltà Uluzziana.
Dal parco dei Laghi di Alimini al Parco Regionale di Otranto
Il “Parco Naturale dei Laghi di Alimini” si trova tra Torre Sant’Andrea e Otranto e comprende una straordinaria varietà paesaggistica che merita di essere scoperta, a piedi oppure in mountain-bike.
Si parte generalmente dall’Alimini Grande, il grande lago alimentato direttamente dalle acque del mare: un sentiero lo costeggia, permettendo di ammirare specie vegetali come le castagne d’acqua, le orchidee palustri, la quercia spinosa, canneti ed erica.
Attraversando un canale chiamato Lo Strittu, che pare ripercorra l’antica Via Traiana, si raggiunge Alimini Piccolo o Fontanelle, un più piccolo specchio lacustre ricolmo di acqua dolce sorgiva.
La lunga e bianca spiaggia sabbiosa di Limini, costeggiata alle spalle da una folta pineta, rappresenta la degna conclusione di questa escursione nella natura e tra uccelli migratori, con indimenticabili bagni di mare e di sole.
Anche nel “Parco Naturale Regionale della Costa di Otranto” è possibile fare escursioni a stretto contatto con la natura, senza disdegnare qualche pausa presso alcuni dei borghi più iconici del Salento, da Santa Maria di Leuca altrimenti nota come de finibus terrae a Otranto, gioiellino sito sulla costa adriatica ricco di arte e di storia.
Il parco è davvero vasto, estendendosi per più di 3200 ettari, compresi ben 57 km di costa: si cammina su sentieri silenti delimitati dai classici muretti a secco, all’interno di canaloni o lungo le antiche vie del sale.
Si consiglia, riguardo a questa escursione, una sosta a Tricase, nelle cui campagne si trova un vero e proprio monumento naturale: si tratta della Quercia Vallonea, la cui età si stima sia di circa 700 anni.
Appare come un essere vivente vegetale davvero mastodontico, con la circonferenza che supera i 4 mt e fronde che si estendono per ben 700 mq. Si narra che proprio sotto la folta e ombrosa chioma di questa quercia, Federico II e il suo numeroso seguito di soldati trovarono riparo in una notte, sorpresi dalla violenza di una tempesta.
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