Otranto, la città della provincia di Lecce posta nella parte orientale della Puglia, vanta secoli di storia che hanno caratterizzato profondamente la sua cultura, a seguito dei diversi insediamenti da parte di greci, romani e bizantini.
Proprio per questo la città più storica di tutto il Salento viene considerata come un vero e proprio ponte tra Occidente e Oriente; da qui deriva il suo soprannome di “porta d’Oriente”.
Simbolo incontrastato della sua storia è senza dubbio il Castello Aragonese che, ancora oggi, non smette di far ammirare gli abitanti del luogo e attirare sempre più turisti da ogni parte d’Italia e del mondo.
Storia del Castello Aragonese di Otranto
Il Castello Aragonese, probabilmente, fu costruito dalle fondamenta di un’altra struttura già esistente, voluta da Federico II di Svevia, nel 1228, poi distrutta dai turchi.
Successivamente, i lavori dell’attuale fortezza iniziarono nel 1484, per volere di Alfonso d’Aragona, che affidò la progettazione agli architetti Ciro Ciri e Francesco di Giorgio Martini, quest’ultimo illustre esponente dell’architettura militare del Rinascimento.
Il Castello Aragonese, infatti, ebbe il ruolo cardine di fortezza, andando a rappresentare una delle più imponenti roccaforti difensive del luogo.
I suoi continui lavori di restauro, dunque, furono testimonianza dei copiosi danni subiti nel corso dei secoli ad opera degli invasori provenienti da terre straniere.
Quando, nel ‘500, la città fu data in pegno ai veneziani, si arrivò a potenziare il castello aggiungendo artiglierie e bombarde.
Fu grazie ai viceré spagnoli, negli anni successivi, che la struttura divenne sempre di più uno spettacolare capolavoro di architettura militare, le cui evoluzioni più importanti furono attuate da Don Pedro di Toledo, nel 1535, di cui ancora oggi rimane la stella sul portale d’ingresso.
Struttura del Castello Aragonese
Originariamente, il Castello Aragonese di Otranto aveva una forma quadrangolare, con le quattro torri circolari agli angoli; successivamente Carlo V lo fece ingrandire e nella parte posteriore vennero costruite nuove torri dalla forma triangolare.
Verso la fine del 1500, si costruì l’ultima torre, vera punta di diamante di tutta la struttura e che si trova a picco sul mare.
Attorno al castello gira un fossato che, in epoche passate, non conteneva acqua, bensì era utilizzato soltanto per tenere lontani i nemici.
L’interno del castello è molto spartano, completamente privo di lussi ed elementi decorativi pregiati, in quanto era utilizzato esclusivamente per i soldati e per contenere armi.
La difesa, all’epoca, era ben strutturata; i cannoni potenti erano disposti sulle terrazze e avevano la capacità di sparare in netta lontananza, impedendo ai nemici di farli avvicinare.
Non mancavano, però, situazioni in cui quest’ultimi riuscivano comunque ad arrivare nelle prossimità del castello; per queste evenienze erano disposti diversi cannoni in molte delle feritoie ancora presenti nel castello, i quali avevano una gettata più corta ed erano tutti mirati in punti ben precisi.
Grazie a questa organizzazione, gli stranieri che si addentravano nel fossato e cercavano di salire sulle mura del castello, utilizzando funi e arpioni, venivano prontamente fermati dai colpi di cannoni; in questo modo entrare nel castello diventava sempre più impossibile.
Ancora oggi è possibile ammirare, nel borgo di Otranto, le cosiddette palle dei Turchi, ovvero bombarde che questo popolo catapultò sulla città nella famosa battaglia del 1480, con l’intendo di distruggerla.
Il Castello Aragonese di Otranto: tra miti e leggende
Il Castello Aragonese deve parte della sua fama internazionale al fatto di essere stato ambientazione principale del romanzo di Walpole, intitolato “The Castle of Otranto”, scritto nel 1764 e considerato tra i primi romanzi gotici della letteratura mondiale.
Il castello, però, è anche avvolto da misteri e leggende che ancora vengono tramandati agli abitanti del luogo, di generazione in generazione.
Si narra, infatti, che un comandante spagnolo perse l’amata moglie, morta di parto e il dolore fu così intenso da farlo impazzire; ancora oggi, di notte, ritorna davanti alla tomba della donna, situata all’interno del castello, facendo sentire i suoi lamenti.
Visitare il Castello Aragonese d’Otranto, ancora oggi aperto al pubblico, significa percorrere un viaggio nella storia, tra miti e leggende; attualmente le sue aree interne sono utilizzate per l’organizzazione di mostre ed eventi internazionali che ridanno vita e onore a questo monumento che ha garantito la protezione della sua città nel corso dei secoli.
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